Torchiato di Fregona Docg Ciàcoe

23,90 IVA Incl.

Vino Bianco Dolce DOCG (Lt. 0,375)

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Descrizione

Descrizione

Cantina: Cà di Rajo
Grado alcolico: 15% Vol.
Vitigni: 30% Glera, 20% Verdiso, 20% Boschera, 25% Autoctoni (Bianchetta, Daocio) 
Zona: Veneto, zona di Fregona e comuni limitrofi di Cappella Maggiore e Sarmede.
Colore: Giallo oro carico, quasi ambrato.
Profumo: Al naso un’effusione di aromi delle più svariate famiglie di frutta matura, appassita, disidratata, in confettura. Note tra albicocca, uva passa, frutta secca, ma anche fichi, agrumi e spezie morbide che sconfinano nella vaniglia.
Sapore: In bocca un’esplosione di sapori. L’acidità sostiene elegantemente la quantità dolce degli zuccheri non facendoli mai apparire stucchevoli. Morbido, vellutato e nello stesso tempo vivace e fragrante. Nel retrogusto una sensazione dolce amarognola di uno zucchero caramellato finale. Persistente, maturo e armonico.
Altitudine: 251 metri s.l.d.m
Tipo di suolo: Argilloso, sabbioso a tratti anche ghiaioso.
Orientamento ed esposizione delle viti: Sud-Nord.
Affinamento: Appassimento su graticci per 7 mesi, 2 anni e mezzo in legno.
Epoca vendemmia: Metà settembre.
Abbinamento gastronomico: Dessert, Foie gras, Formaggi erborinati, Pasticceria secca
Servizio: Temperatura di servizio: 10-12 °C
Conservazione: In luoghi freschi, al riparo dalla luce e dalle fonti di calore.

Curiosità:
Il Torchiato è un vino di pregevole qualità, agrodolce, ricco di alcool, molto saporito, che si ottiene dall’uva appassita e poi “torchiato” (pigiato) durante la settimana di Pasqua; per questo viene chiamato anche “Vin Santo“.
Il metodo, laborioso, si tramanda con passione da padre in figlio. I grappoli di uva bianca verdiso, boschera (uva quasi introvabile altrove) e Glera, ma anche piccole aggiunte di Bianchetta, vengono raccolti a mano maturi, poi appesi per mezzo di cordoncini o stesi su stuoie di paglia in ambienti asciutti e ben arieggiati, avendo cura di togliere gli acini rotti o attaccati dalla muffa.
Per la pigiatura a Pasqua, si procede alla diraspatura manuale dei grappoli e quindi alla pressatura dell’uva appassita. Il mosto ottenuto viene lasciato decantare per eliminare le parti solide, dopodiché viene fatto fermentare lentamente in botti di rovere e acacia non completamente riempite in modo che il vino si ossidi a contatto con l’aria e in piccola parte si disperda. Le botti di rovere assorbono circa 10-12 litri di vino e vengono utilizzate per circa 10-12 anni.
Il 2 agosto, che per antico simbolismo pagano, è la festa degli uomini (il giorno dedicato alla virilità), gli uomini procedono al rito di degustazione del nuovo Torchiato, destinato ad un ultimo passaggio in botte (questa volta completamente riempita) fino alla prossima primavera, dove viene imbottigliato.

 

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